Quali contesti per l’orientamento?

I luoghi privilegiati dell’orientamento (PARTE I)

Al giorno d’oggi quali sono i contesti in cui si rende sempre più necessario un puntuale e incisivo intervento dell’orientamento?

Scuola, sia nei momenti di passaggio tra i diversi livelli (ex ante), che durante il corso di studi (in itinere) ed al termine dello stesso (ex post). E’ opportuno sottolineare il contributo che un corretto orientamento può dare, in termine di prevenzione primaria, al grave problema della dispersione scolastica.

Formazione professionale, dove è destinato ad assumere un ruolo crescente nel sistema complessivo che opera per la costruzione della professionalità dei giovani e dei lavoratori. Perché questo settore non sia tuttavia “residuale” occorre un forte presidio orientativo teso ad accertare le reali motivazioni, i valori, le aspettative, le rappresentazioni dei lavori e delle professioni, la effettiva disponibilità all’apprendimento.

Aggiornamento professionale e nella formazione continua, la sfida forse più critica che il cambiamento pone ai decisori ed ai nostri sistemi di istruzione e di formazione. E’ sempre più evidente – anche se pone enormi problemi – che la nostra e quella a venire sono la società della conoscenza e che l’obsolescenza delle competenze rapprenda il vero rischio di tutti i lavoratori. L’employability è costituita da un ideale vassoio nel quale trovano posto le conoscenze, le capacità, le competenze: che devono essere costantemente monitorate, aggiornate sviluppate. In questo quadro, l’orientamento rappresenta lo strumento, l’occasione privilegiata per fondare il proprio progetto su elementi concreti e consapevoli.

Università, impegnata ancora a recepire la riforma (3+2) ed in procinto di approdare alla nuova, in un quadro difficile da capire persino per i docenti, figuriamoci per gli studenti! All’orientamento spetta la responsabilità di favorire scelte consapevoli, ben calibrate tra le proprie motivazioni e le capacità, proseguendo poi nel corso degli anni a supportare le numerose scelte che la maggiore flessibilità dei corsi propone;

Accesso al lavoro, che costituisce forse l’ambito operativo più diffuso, quello nel quale più si avverte la necessità di in supporto orientativo. Il mondo del lavoro conosce una crescente complessità, nuove regole e nuove normative, nuove opportunità, ma anche disuguaglianze, vincoli, difficoltà. L’errore nelle strategie di ricerca di occupazione, sia che si tratti di primo accesso che di cambiamento, può rivelarsi grave e irrecuperabile per coloro che affrontano questa “cerniera” di vita senza una precisa consapevolezza delle proprie motivazioni, dei propri vincoli e delle proprie risorse: una strategia poco realistica, poco concreta, poco fondata finisce per rivelarsi perdente.

Mobilità e più in generale a favore delle fasce deboli del mercato del lavoro, un settore che impegna grandi risorse in interventi finalizzati ad accrescere l’occupabilità di questi lavoratori, sia promuovendo un adeguamento della loro preparazione professionale, sia favorendo l’adozione di comportamenti più attivi e propositivi nella ricerca di una occupazione. Anche questo è un tema del “nuovo” orientamento, quello cioè che si preoccupa non soltanto di indagare su skills e potenzialità, quanto di favorire la ridefinizione di un personale progetto di vita lavorativa (career guidance) attraverso un ripensamento complessivo delle esperienze di vita e di lavoro di ciascun Cliente;

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Autore di questo articolo è Giorgio Sangiorgi, Professore di Psicologia delle Organizzazioni e creatore di MITO

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