Smart work e Soft skill

(Parte 3)

È importante ricordare come le Soft skills possano essere adeguatamente valutate e monitorate utilizzando strumenti e procedure appropriate. Sotto questo profilo, la nuova Rel. di MITO – il noto programma on line di valutazione e career guidance – offre alcuni percorsi destinati sia alle organizzazioni che intendono sviluppare procedure di assessment e di valutazione del personale, sia a singoli manager interessati ad una sorta di check up delle proprie capacità in vista di traguardi professionali o di carriera. Con i percorsi di assessment di MITO, anche le smart skill possono essere convenientemente esaminate e valutate attingendo ad un vasto repertorio di strumenti valutativi dedicati alle organizzazioni e validati con migliaia di somministrazioni

È possibile sottolineare come queste smart skill ci lasciano intravedere un lavoratore certamente più responsabilizzato a livello individuale e più autonomo nel realizzare il proprio lavoro, più in condizione di far emergere le proprie caratteristiche e i propri “meriti”. Ma anche, probabilmente più isolato, cioè privo di quei rapporti significativi con gli altri membri della propria organizzazione, che per molti significano socializzazione, emancipazione dal contesto di origine, esperienze di relazione, crescita della dimensione della solidarietà e della comunità. Questioni solo apparentemente lontane dai problemi di produttività, ma al contrario centrali per il benessere individuale e organizzativo, presupposto di efficienza e di efficacia. Occorrerà dunque, in sede di disegno organizzativo, considerare anche questa dimensione.

Ci affacciamo – forse anche con velocità diverse tra diversi ambiti lavorativi – a un futuro incerto, interessante, veloce, impegnativo, nel quale, in ogni caso, le caratteristiche individuali avranno crescente rilievo e il possesso delle smart skill potrà rappresentare per molti la chiave per un lavoro e per una vita soddisfacenti.

Resta tuttavia da chiederci cosa fare per coloro che – meno fortunati o meno dotati o meno impegnati – non posseggono in maniera adeguata queste capacità: questo è un interrogativo centrale per ridurre il rischio di una crescente divaricazione dei ruoli e delle responsabilità, tale da consolidare un mercato del lavoro duale. Da una parte gli smart worker, dall’altra lavoratori senza reali prospettive.

Autore di questo articolo è Giorgio Sangiorgi, Professore di Psicologia delle Organizzazioni e creatore di MITO

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